Dicono di noi
DIALESSANDRIA.IT il portale della tua provincia 29 febbraio 2024
Il 10°
corso di recitazione di
Massimo Bagliani e Isabella
Cazzola vola verso il saggio del 7 giugno
DiRaimondo Bovone
FEB 29, 2024 10° anno, 7 giugno, alessandrino, corso di recitazione, isabella
cazzola, massimo bagliani, saggio, teatro kristalli
Massimo & Isabella, Bagliani & Cazzola, l’attor nostro &
consorte. Al Kristalli di piazza Ceriana, tutti i mercoledì,
da novembre a maggio. Col saggio finale a
giugno, all’Alessandrino. Con il contributo
della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Insomma, questa storia del corso di teatro comincia a diventare un’abitudine
alessandrina. Quasi una tradizione. Si impara, divertendosi, aggrappati alla storia del
teatro, ai grandi autori selezionati da Bagliani, ai grandi maestri che lo hanno formato. E si
ride, si cambia, si migliora come soggetti umani, lontani da quella terrificante
‘cancel culture’ cha fa capolino qua e là, cercando di rovesciare l’ordine logico delle
cose. Terrificante. Mala tempora currunt, ma resistiamo.
Il teatro fa bene!
Quanto sia vero questo slogan lo si respira durante le serate di prova del 10° corso di
recitazione targato Bagliani&Cazzola. Ne ho vissuta una, nei giorni scorsi, e devo dire che
c’è sempre un clima fantastico, un entusiasmo contagioso che accompagna la crescita
degli aspiranti attori. Che sono 28, quest’anno, tutti proiettati verso il saggio finale al
Teatro Alessandrino del 7 giugno.
Tutti al lavoro, tutti consapevoli del livello generale che sta crescendo, tutti impegnati nei
compiti assegnati da Massimo, soprattutto lo studio dei testi (a casa) e la memoria, per
essere pronti alle scene teatrali di vari autori, ai soliti balletti collettivi, ma soprattutto
ai monologhi, grande novità 23-24 in cui si cimenterà ognuno di loro.
Si, proprio così: ogni allievo del corso farà un monologo, tratto da testi
di Shakespeare, Goldoni, Molière, Cechov, Ibsen, Brecht, Pirandello ed altri. Tanta
roba. Tutti faccia a faccia col pubblico, 1 minuto non di più, a governare sé stessi. E
sapete, oltre alle prove singole, come li allena Bagliani?
Con le scenette di improvvisazione. A due a due. Si parte da una minima traccia data
da Massimo, spesso una scena di vita quotidiana, su cui si sviluppano fantasia, capacità di
ascolto dell’altro, velocità di pensiero. Improvvisando si tra fuori un pezzetto di sé, lo si
racconta e si cresce. L’improvvisazione non andrà in scena nel saggio
finale (quest’anno), ma è un fantastico allenamento.
Di RAIMONDO BOVONE Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio
"incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo
qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.
31 Marzo 2022 Ogni anno il Corso di recitazione è diverso, ogni corso ha le sue caratteristiche, i suoi personaggi, il suo programma. Quelli che non cambiano mai sono loro, gli insegnanti, Massimo e Isabella.
Si aggiornano, variano, creano. Sono innamorati del teatro che, per loro, “diverte, allevia pigrizia e solitudine, insegna a guardare gli altri negli occhi”. Perché il teatro ha un’anima.C’è una frase di Bagliani che spiega molto bene come vive il suo corso di recitazione:
“Io respiro con loro, palpito con loro, suggerisco. Se potessi reciterei tutte le parti” E lo fa. Lo si capisce partecipando ad una serata di prove al Kristalli, cosa che faccio da anni e ho ripetuto ieri sera.
LE SERATE E I PARTECIPANTI
Nei 7 mesi di
corso (da novembre a maggio) si lavora 3 volte al mese,
di mercoledì (giorno di chiusura dell’impianto) dalle
19 alle 21.30. Gli iscritti sono 28, con una decina di
ragazzi fra 15-17 anni e adulti di ogni età; quest’anno l’età media è
più bassa, c’è più freschezza, più energia. Benzina pura per Massimo e
Isabella. Alcuni sono iscritti da qualche anno, felici di continuare, una
decina sono i nuovi, curiosi di scoprire sé stessi.
E tutti si divertono, imparano, capiscono, si distraggono in modo intelligente.
IL PROGRAMMA
Quest’anno Isabella propone
(una volta al mese) pillole di storia del teatro, spaziando
dall’origine delle parole ai vari tipi di teatro, da quello greco a quello
romano. Ci si fa una cultura, cose che andrebbero proposte pure nella scuola
dell’obbligo.
Mentre Massimo, l’attor nostro, ha pensato di lavorare
su improvvisazioni, letture, poesie, monologhi, scene con 2-3
personaggi e scene di gruppo, spesso con intermezzi musicali per abituare
gli interpreti a muoversi sulle note proposte. Sempre con l’aiuto di Isabella,
che controlla, annota, corregge, aiuta. E’ una sinergìa mirabile
quella che emerge fra loro: naturale, innata. Sintomo di una coppia che
funziona da 45 anni. Mosche bianche, nel mondo di oggi.
Raimondo Bovone www.dialessandria.it
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GRANDI
APPLAUSI PER IL SAGGIO
Corso di recitazione Facciamo Teatro
Di Raimondo Bovone - 6 giugno 2018
Grandi
applausi e tanto divertimento hanno fatto da cornice, ieri sera al
cinema teatro Kristalli
di piazza Ceriana, al saggio finale del 4°
corso di recitazione “Facciamo
teatro!”
condotto dall’attor
nostro
Massimo
Bagliani,
in collaborazione con la moglie Isabella
Cazzola
e la coreografa
Martina Pasino.
Tutti
e tre,
da novembre a maggio 2019,
riproporranno l’appuntamento, il 5°, con rinnovata energìa, e non
potrebbe essere altrimenti visti i risultati ottenuti finora.
Quest’anno
il gruppo è sembrato più unito del solito, trascinato dai
‘veterani’ di corsi precedenti, bravissimi in impegnativi
monologhi, che hanno contagiato i nuovi, un po’ timorosi al momento
di salire sul palco. Perché vedete, un conto è provare le battute
durante le lezioni ridendosi addosso, e altro conto è salire sul
palco in costume davanti ad un pubblico che va ‘catturato’.
E
in questo Massimo
Bagliani
è stato totalizzante, nei sette mesi di lavoro, nel far passare il
messaggio ai propri allievi, focalizzando la loro attenzione sulle
priorità da dedicare alla gente presente in sala, dove spiccava la
figura del titolare Paolo
Pasquale (con
famiglia e amici) sempre vicino al mondo del teatro e impegnato, con
Bagliani
stesso, nella costruzione della nuova stagione dell’Alessandrino.
Tornando
alla serata, Massimo
nostro
si è affidato ad uno schema collaudato, nel quale inserisce ogni
anno qualche novità. E l’inizio è stato esplosivo. Si è partiti
con il promo-video del corso successivo, cosa che fu la novità
dell’anno passato. Subito dopo… il balletto! Nessuno si aspettava
l’apertura sulle note di Long
Train Running
dei Doobie
Brothers.
Un trionfo! Perché quella musica è coinvolgente, trascinante, e gli
aspiranti attori in costume che la ballano sul palco, secondo
movimenti studiati con la coreografa ma rispettati quasi da nessuno,
sciolgono l’atmosfera della sala garantendo i primi spontanei e
scroscianti applausi. Se poi aggiungete la prima scena, ispirata alla
Parigi anni ’30 e alle sue ‘Gigolettes’, ‘notturne’ donne
di strada dedite a piccole rapine, il menù è completo. Perché lì
in quella scena, succede l’imprevisto: i due, donna e uomo,
perfetti nelle prove, cominciano a sbagliare, scordano le battute. E
allora Bagliani
esce sul palco, interviene da par suo, ride, li corregge, li aiuta,
finge che sia una scena preparata così e resta con loro fino alla
fine, ‘agganciando’ così quel poco di diffidenza che ancora
serpeggiava in sala.
Gioco
fatto, pubblico catturato. E sarà così fino alla fine, con momenti
di silenzio assoluto a testimoniare l’attenzione dedicata dagli
spettatori a ciò che avveniva sul palco.
Con un antipasto così le due ore di spettacolo sono volate via, con Massimo Bagliani, in verità sempre più regista, a fare da ‘fil rouge’, e con la recitazione molto ‘sentita’ degli aspiranti attori attraverso l’umorismo e i giochi di parole di Achille Campanile, le poesie di una mamma recitate dalla figlia, o testi importanti come Cechov, Shakespeare e ‘Filomena Marturano’ di Eduardo De Filippo, inframmezzati da uno spassoso balletto nel quale ben 14 donne con parrucca riccia e bionda scimmiottavano Minnie Minoprio, ballonzolando intorno al Bagliani cantante, show-man con tanto di ‘magiostrina’, il classico cappello di paglia rigido a cupola piatta.
Fino al gran finale. Undici uomini sul palco, tutti di nero vestiti, ispirati al coro dei madrigalisti moderni del film ‘Amici miei’, adattato per l’occasione e meno sboccato dell’originale. Ma esilarante, divertente, paradossale.
Un grande successo. E fioccano già le iscrizioni per il prossimo corso.
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